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I SEO Specialist del futuro? Tanto HTML e JavaScript: parola di Google

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Chi si occupa di SEO sa benissimo che è tenuto ad aggiornarsi in maniera praticamente quotidiana sulle tecniche e sulle strategie più efficaci da mettere in pratica, data la volubilità degli algoritmi Google e dei motori di ricerca in generale.

Il web stesso è in continuo divenire e restare ancorati alle certezze “di sempre” è sicuramente il modo migliore per ritrovarsi arretrati rispetto a tutti coloro che, invece, progrediscono grazie ad un’attenzione minuziosa e scrupolosa rivolta a tutti gli aspetti che concernono il settore.

È proprio quello che è successo ad Agosto 2018, quando il tanto temuto aggiornamento degli algoritmi firmati Big G ha letteralmente spodestato dalla SERP anche siti solidissimi, appartenenti ad aziende affermate e che avevano lavorato per anni al proprio posizionamento.

Ne sono nate una serie di discussioni, anche via social network, dove utenti provenienti da ogni angolo del mondo hanno cominciato a scambiarsi dati per cercare di capire quale fosse il nocciolo di questa “scossa” che è rimasta, per molti versi, misteriosa.

Qualche informazione, però, è trapelata proprio dal profilo Reddit di John Muellersenior webmaster trends analyst di Google, che in un thread ha assicurato che i SEO Specialist del futuro dovranno concentrarsi sull’ampliare le proprie competenze in HTML e JavaScript, producendo materiale di altissima qualità. Come mai?

Rivoluzionare la SEO

Per “fregare” – in positivo – i Googlebot, la tattica sarebbe quella di produrre contenuti direttamente in HTML, in modo da velocizzare il processo di scansione (precedente all’indicizzazione), premiando anche una pulizia di codice che, sicuramente, si riscontrerebbe approcciando così al lavoro; un suggerimento che si fonda su due elementi: innanzitutto il fatto che gli spider di Google esaminano il sito prima in codice e poi nella sua totalità, e poi le statistiche che assicurano che un website “pesante” e poco veloce viene abbandonato dagli utenti nel giro di pochi secondi, regalandoli, di fatto, alla concorrenza.

Ma perché, allora, Mueller ha parlato anche di JavaScript?

Questo tipo di linguaggio è utilizzato in combinazione all’altro per ottenere elementi dinamici all’interno del sito, come ad esempio schermate e pulsanti interattivi; un codice non ottimizzato e lento da esaminare terrebbe occupati i bot a lungo (non è previsto un tempo limite entro il quale chiudere l’elaborazione), finendo per influire sull’intera fase di rendering, indicizzazione e, ovviamente, posizionamento; senza contare che, come anticipato, un sito lento è anche scoraggiante per l’utenza.

I SEO del prossimo futuro, quindi, dovranno imparare i rudimenti dei due linguaggi, intercettandone il funzionamento e imparando a districarsi per orientarsi su cosa avvantaggi e cosa blocchi l’ottimizzazione dei contenuti e del sito stesso; in questo modo si potrà “prevedere” come risponderanno i motori di ricerca, alzando l’asticella della qualità del proprio lavoro.


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