Niente robot umanoidi targati Google: il colosso di Montain View, infatti, dopo alcuni anni di investimenti nel settore, si è ritrovato costretto a chiudere la sezione dedicata per una serie di combinazioni che si sono (mal) incastrate tra loro.
SCHAFT: la divisione Google che realizzava robot bipedi
Sembra incredibile, ma nessuno vuole i robot bipedi che la SCHAFT stava realizzando per conto di Google, con l’idea che potessero tornare utili in situazioni d’emergenza. Questi “ammassi di ferraglia” erano capaci di compiere operazioni estremamente complesse, tra cui guidare autoveicoli, aprire porte, salire i pioli di una scala…
Tutto era nato nel 2012, quando un team di esperti, guidato dal professor Yuto Nakanishi dell’Università di Tokyo, fondò la società; realtà che, l’anno dopo, fu acquistata da Big G insieme alla Boston Dynamics.
Vennero aperte diverse sezioni – per alcuni, misteriose almeno quanto le strane acquisizioni del periodo – incluse nella Google X, una struttura semi-segreta, sorta nel 2010 e gestita da Alphabet (a sua volta una holding costituita nel 2015 e con a capo sempre Google Inc.), che si occupa dello sviluppo di innovazioni tecnologiche. Il “piccolo” umanoide S-One, in particolare, vincitore al DARPA Robotics Challenge, era stato ritirato proprio nel contesto dell’evento per essere riprogettato: inizialmente, infatti, non era stato pensato per trovare utilizzo nell’ambito governativo e sanitario, ma in quello militare.
Il declino, per la verità, era già cominciato nel 2014 con l’addio di Andy Rubin: il fondatore di Android, in effetti, venne allontanato (con un TFR milionario che gli ha permesso di fondare una nuova azienda, chiamata “Essential“) a causa di alcune accuse di molestie sessuali da parte di una donna con cui intratteneva una relazione extraconiugale; in ogni caso, attraverso alcuni tweet, l’imprenditore ha cercato di fornire la sua versione dei fatti, discolpandosi in parte dalle accuse ricevute e parlando di una buonuscita più “proporzionata”.
Nel 2017 Google ha ceduto la Boston Dynamics a SoftBank, azienda giapponese che si è detta entusiasta della nuova acquisizione (potendo giovare di tutta una serie di ricerche già portate avanti) ma che non ha acquisito, come ci si aspettava, anche la SCHAFT. Non si conoscono i dettagli di questo blocco che ha riguardato metà della manovra: c’è chi dice che alcuni dipendenti non volessero passare sotto la gestione della nuova società e chi ritiene che sia stata SoftBank stessa a non gradire alcune condizioni contrattuali; adesso, però, ci sono diversi ex impiegati senza lavoro e lo staff di Google si sta attivando per ricollocarli all’interno dell’azienda.
Il futuro
Google non rinuncia completamente alla robotica, ma è decisa ad investire in maniera più mirata: sembra, infatti, che nel suo immediato futuro ci siano soluzioni più vicine all’industria, tra cui, ad esempio, le braccia robotiche.
Non resta che aggiornarsi sulle prossime evoluzioni.
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