Quando si parla di tecnologia, ormai, bisogna imparare a distinguere l’addiction dall’utilità.
L’abbiamo imparato con i Social Network, l’abbiamo continuato a testare con l’avvento degli smartphone e delle App, continuiamo a vederlo ogni giorno con i software per ascoltare musica, per guardare film online e scaricare puntate di Serie Tv. L’essere umano ha dimostrato, soprattutto nelle generazioni più giovani, dalla tenera età fino ai 35 anni (ed oltre), un’attitudine alla dipendenza da questo tipo di realtà veramente forte, anche ai limiti del patologico.
Eppure i vantaggi che la tecnologia ci sta offrendo sono tantissimi: se solo si pensa che, oggi, tramite Facebook o LinkedIn è possibile trovare anche lavoro, si capisce quanto un uso saggio e maturo di questi strumenti possa davvero rivoluzionare la vita.
La stessa cosa sta, in potenza, accadendo con la Realtà Virtuale o Aumentata.
Non solo Pokémon
Quando parliamo di Realtà Aumentata la mente corre subito al videogioco Pokémon Go che ha letteralmente sbancato sugli smartphone di tutto il mondo, da quelli dei ragazzini fino ad arrivare nelle tasche delle Star di Hollywood. Nessuno è rimasto impassibile dinanzi a una proposta così nuova, ma la verità è che dietro potenzialità del genere c’è molto di più.
E non parliamo solo della Playstation VR ma anche di Oculus Rift e di tutta una serie di utilizzi che si potrebbe progettarglisi addosso.
Per ora l’intenzione iniziale è “solo” ludica, ma si parla già di applicazioni alla medicina, alla salute, alla disabilità, senza contare che anche Zuckerberg è così intrigato da questo nuovo tipo di soluzioni che sogna già il suo Facebook cambiato, con persone che interagiscono tramite avatar in maniera diretta, tridimensionale, “reale”. Peccato, però, che quando fornì alla platea della presentazione una serie di visori, per molti l’immagine risultante fu parecchio inquietante.
Il progetto di Google
Proiettato già nel futuro, anche Google ha già previsto uno spazio web dedicato alla faccenda Realtà Virtuale: si chiamerà DayDream e convoglierà tutte le idee dedicate al virtuale, da parte di costruttori e sviluppatori.
Inizialmente sarà usufruibile solo da dispositivi con Android N ma, come sempre, nel tempo, si prevede una compatibilità da parte di tutti i sistemi operativi, a patto di essere DayDream Ready, cioè dotati di hardware e software in grado di “reggere” la Realtà Aumentata e le App ad essa votate.
Le App saranno progettate in modo da mettere in background qualunque altra attività prevista dal dispositivo su cui vengono avviate, in modo da non spezzare “l’incanto”, prendendo per sè tutte le energie necessarie.
Insomma, pare proprio che il 2017 sia l’anno votato al virtuale… ma, come disse Jamiroquai in una vecchia canzone, quasi profetica, speriamo di non catapultarci in una nuova era dove a dominare, più che la Virtual Reality, sia la Virtual Insanity!
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