di Chiara Scaramella
Sulle piattaforme di condivisione online, come sappiamo, è nata una nuova tipologia di mercato e commercializzazione: il social media marketing, che mira alla promozione di beni e servizi da parte delle aziende ed al raggiungimento di nuovi clienti.
È proprio grazie a questo moderno modo di fare marketing che sono nate nuove figure professionali: gli influencer, ad esempio, sono persone più o meno famose che condividono la loro vita sui social e che sono in grado di creare veri e propri trend, influenzando, appunto, impressionanti numeri di altre persone.
Va da sé che questa tipologia di comunicazione si rivolge principalmente a coloro che usano maggiormente i social media e, dunque, ai giovani.
Anche in questo target, però, ci sono delle differenze a seconda della generazione di appartenenza: si parla di Generazione Y, ovvero di Millennials, quando ci si riferisce a tutti i nati tra il 1981 ed il 1994 circa, mentre la Generazione Z, ovvero quella dei Post Millennials, è quella dei nati dall’anno 2000 in poi.
Differenze tra Millennials e Generazione Z
Uno studio del 2018 condotto dal Global Wex Index intitolato “Brand interaction on social” ha verificato, indagando sulle abitudini di più di 10 mila utenti, che, sebbene la Generazione Z utilizzi i social media per più tempo (quasi 3 ore contro le 2 e 26 minuti della generazione Y), le loro interazioni con i brand sono nettamente inferiori rispetto a quelle dei Millennials.
Come si vede in quest’analisi dei dati, infatti, mentre la Generazione Y è più propensa a seguire le attività legate ai marchi e ad interagirvi direttamente, i Post Millennials preferiscono seguire personaggi famosi, come attori o influencer: questo avviene perché la generazione dei nati dopo il 2000 vede i social media come fonte di intrattenimento e non come luogo di interazione con le aziende.
Da quest’evidenza si capisce, quindi, la necessità di operare in due maniere diverse a seconda del target che si vuole raggiungere: con i Millennials si può puntare sulla relazione diretta tra brand e consumatore, mentre con la generazione successiva bisogna focalizzarsi su un approccio indiretto, affidandosi alle figure, ormai sempre più importanti e conosciute, degli influencer per proporre i propri prodotti in maniera mirata e opportunamente e potentemente filtrata.
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